Risvolto
di Enrico D’Angelo
Questo poemetto della Ruchat si articola in tre sezioni: la prima,
senza titolo, espressa in prosa poetica; la seconda, “Stanze”,
un po’ in prosa poetica e soprattutto in versi; mentre, nell’ultima
delle tre sezioni, “Nelle misure prigioniera”, il canto
ha l’integrità del verso. Binomio fantastico
è una silloge precisa, di clarità stilistica; coltre
di dettagli mnemonici che mutano in universale una storia particolare,
pone al centro la generante e la generata nell’inseparata
figura umana di Leielei, madre e figlia all’unisono: «In
principio Lei partorisce lei e sono tre. Lui per un po’ lavora,
poi, quasi subito, muore».
Ogni immagine, ricollocata sempre in un tempo vissuto a braccetto
di uno spazio dimorante spaesato, si perfeziona da una costante
soglia di visioni, sino all’addio di Lei da lei dentro il
destino; infatti, incamminatosi nel percorso fantastico, il binomio
viene a compiersi, in maniera toccante, nel firmamento, a chiusura
del libro, allorché la figlia si distacca, nel suo e nostro
commiato dalla madre «con qualche ora di anticipo | sulla
data stabilita || hai capito || che andavi nel vuoto || senza misure
| né tempi».
Ogni inizio è maldestro
In principio Lei partorisce lei e sono tre. Lui per un po’
lavora, poi, quasi subito, muore.
Leielei ridiventa una e vuole buttarsi di sotto. La ringhiera del
balcone si aspetta un trasloco. Gli anni cadono a strapiombo nella
sera. D’improvviso la casa si riempie di gente.
Con una delle due teste Leielei prova a sorridere. La mano trattiene
sull’altra bocca un urlo.
L’orlo di quel precipizio sa di basilico.
Leielei cambia casa.
Trafitture
Il mare d’estate ignora il tempo e le sue scansioni metalliche.
Leielei lascia la leggerezza nell’acqua. Fuori, in un’irritazione
di sale e di spiaggia, scava grandi buche e ci s’infila dentro.
Il sole si concentra sulle ginocchia e rimane lí anche di
notte.
Ma è la sera sulle terrazze dei piccoli alberghi della costa,
che non da scampo: Leilei si aggira smarrita tra camice bianche
e caroselli, tra musiche di jukebox, padri e fratelli.
Eppure il morire è di tutti.
La chiave è la luce
Forse per via della montagna
che entra nella stanza
lo spazio nella vecchia casa
non offre rifugi.
La doppia altezza è un crampo
di nostalgia
quando l’autunno
anticipa l’imbrunire
e la lampadina si accende fioca
nell’angolo della scala.
Epitaffio
Ti sei data molto da fare
per sembrare
una donna felice
e ancora
non bastava
Ma a quell’appuntamento
fuori
dal cemento dei giorni
volevi arrivarci puntuale
e solo quando davvero sei partita
quando la setta degli angeli
ha chiuso i battenti
con qualche ora di anticipo
sulla data stabilita
hai capito
che andavi nel vuoto
senza misure
né tempi
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