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Andréas Kentzòs, Buio con cavalli

| 16,00 € | pp. 152 | 13x20 |

Testo originale greco a fronte
Traduzione e cura di Massimiliano Damaggio
Postfazione di Andrea Longega

Autore che ha attraversato da ragazzo gli anni ’90, il momento di maggior mutazione genetica della Grecia, da nazione a circo per turisti, Kentzòs ha percorso la strada dei vari Elytis fino a che, davanti a un arbitrario, ottagonale stop, ha dovuto sostituire il paesaggio fisico con quello linguistico. Perché l’orizzonte di riferimenti tangibili è ormai strutturato su un’identità temporanea ad uso dell’altrui illusione di trovarsi in Grecia – con tutto ciò che comporta –, esito di una “modernizzazione” e di una “crescita economica” incentrate sullo svuotamento di luoghi prima pieni per la creazione di nuove esperienze.
In tale Spaesaggio il sentire psicologico e culturale si sfilaccia, perde di sostanza e cerca altrove un altro midollo. E mentre i reclusi in questo “luogo in attesa di giudizio” trovano nuova linfa nell’orgia compulsiva di commerci e mascheramenti, chi scrive poesia assiste alla perdita di “realtà” del proprio lessico, che diventa sempre piú un puro e semplice insieme di definizioni.

Dalla prefazione del curatore


Στο φως

 Όλοι ψεύτες
γράφουμε για τα σκοτάδια
και τα γραπτά μας
χωρίς καμία εξαίρεση
διαβάζονται στο φως

 

Alla luce

Bugiardi tutti
scriviamo del buio
e le nostre pagine
senz’alcuna eccezione
si leggono alla luce


Αγάπη

Νόμιζα ότι γράφω για τον κανένα
Κι όμωςμια μέρα μου είπαν
«σε διαβάζει κάποιος»
Είπα «δεν το πιστεύω αν δεν τον δω»

Μου έδειξαν τότε μες στο πλήθος
έναν άγνωστο μεταξύ αγνώστων
Ήταν περίεργο και συγκινητικό
Ντράπηκα να του μιλήσω

Από ’δω και πέρα όμως
γι’ αυτόν θα γράφω
τον Ένα και Μοναδικό που τριγυρνά
με το βιβλίο μου στην αγκαλιά του
μονίμως ερμητικά κλειστό

Amore

Pensavo di scrivere per nessuno
E però – un giorno mi dicono
«c’è uno che ti legge»
Dico «non ci credo se non lo vedo»

Allora mi mostrano fra la folla
uno sconosciuto fra gli sconosciuti
Era strano e commovente
Mi vergognavo a parlargli

Da ora in poi però
scriverò per lui
l’Uno e l’Unico che va in giro
col mio libro sottobraccio
ermeticamente sempre sigillato


Μικρός κόσμος

Άψογοι ήταν όλοι στην ανάκριση
πλην εσού
Πρώτα ο λόγος σου
(«γαμάς παιδάκια ρε πούστη;»)
Έπειτα η γροθιά σου
(ακόμα με πονάει το σαγόνι)

Σε συγχωρώ
αλλά περίμενα μια κατανόηση
Σε ξέρω και με ξέρεις
Ποιητές είμαστε κι οι δυο

Mondo piccolo

Tutti impeccabili all’interrogatorio
tranne te
Prima le tue parole
(«ti scopi le ragazzine, testa di cazzo?»)
Il tuo pugno poi
(ancora mi fa male la mascella)

Ti perdono
ma mi aspettavo comprensione
Ti conosco e mi conosci
Tutt’e due siamo poeti